09 Dic Trovare tra tante scarpe da RUNNING quella giusta per te!!!!
… Cosa mettete sui vostri piedi per correre?
A volte mi chiedo se esista la scarpa ideale, quella perfetta per correre…. ancora una risposta non me la sono data , ma cerco di avvicinarmi il più possibile a questo mio desiderio.
Noi tutti abbiamo esigenze differenti, e noi tutti abbiamo i piedi gli uni diversi dagl’altri, quindi non è semplice accontentare i runner di tutto il mondo. Ma il problema resta… Che scarpe mi compro?
Detto che stiamo parlando di scarpe per correre, già una grande fetta dell’offerta che troviamo in commercio viene eliminata.
Per decidere pensiamo a 3 cose importanti:
- L’ambito di utilizzo
Da gara, allenamento su distanze corte, medie o lunghe e di conseguenza la velocità di corsa: ritmo lento (sopra i 4’15” /km), medio (3’30”-4’15”), veloce (sotto i 3’30”) - Il tipo di appoggio
Appoggio in pronazione (forte, media, minima), neutro o in inversione (piede “rigido” o “supinatore”) e quindi la necessità o meno di correggerlo. - Il nostro Peso
Si considera leggero un atleta sotto i 60 kg, medio tra 60-75 kg e pesante sopra i 75 kg.
E’importante e necessario sapere com’è costruita una scarpa e quali caratteristiche guardare.
La tomaia
È la parte superiore della scarpa realizzata in tessuto. Il suo scopo è fasciare il piede e sostenere e dare sicurezza al piede.
La parte in tessuto favorisce la traspirazione e il comfort del piede. L’importante è che indossandola e flettendola tu non senta alcuna frizione o cucitura fastidiose.
L’allacciatura deve darti una sensazione di totale aderenza del piede alla scarpa senza però comprimere troppo il piede: per il calore e la fatica le estremità possono gonfiarsi. All’opposto, un’allacciatura troppo “morbida” rende inutili gli elementi di supporto.
L’intersuola e l’ammortizzazione
E’ la parte più direttamente interessata all’ammortizzazione: negli ultimi anni, grazie ai nuovi materiali garantisce migliore assorbimento dell’impatto sul terreno con spessore nettamente inferiore: questo permette un lavoro più fisiologico del piede che risulta meno “ingessato” nella scarpa.
Anche la zona dell’arco plantare riveste una funzione critica, in quanto deve essere garantito, anche a seconda della categoria della scarpa, il supporto necessario senza perdere ne in stabilità ne in flessibilità
Non ci sono consigli particolari ma solo sensazioni da seguire. C’è chi preferisce scarpe morbide che ti pare quasi di correre su una nuvola e chi predilige maggiore reattività e quindi un’ammortizzazione più “secca”.
La suola
Ha lo scopo fondamentale di aderenza e trazione e contribuisce all’ammortizzazione: si utilizzano quindi materiali diversi con caratteristiche di resistenza all’abrasione (gomma vulcanizzata, cristallina o al carbonio) per le parti abitualmente più sollecitate (bordo esterno del tacco e zona meta-tarsale) e più morbida (gomma espansa) per le altre zone.
La pianta
C’è chi ha la pianta più larga e chi ce l’ha molto stretta. Da ricordare che un piede stretto su una scarpa a pianta larga balla e perde stabilità ed un piede largo su una scarpa a pianta stretta troverà fastidiose frizioni e quindi starà scomodo.